Siamo oltre la metà della meta, sia per il quando che per il dove. Il relax c'è, ma ancora di più la sorpresa. Sorpresa di trovare una nazione molto diversa (in positivo) dall'aspettativa e dai ricordi.
Pensavamo di sentirci a disagio, in parte spaesati e magari "fuori luogo", troppo lontani per tradizioni e costumi da quelle stereotipate abitudini occidentalizzanti a cui siamo abituati e nelle quali addormentiamo le nostre fantasie.
Invece no, assolutamente no.
Ricordavamo una Turchia di Istanbul e dei suoi piccoli paesini di periferia, fatti di minuscole case, strade sterrate e ristrettezze varie di vent'anni fa, ma abbiamo constatato che ormai possono solo rimanere nei nostri ricordi.
Un'evoluzione rapidissima se confrontata con i nostri tempi di reazione ed evoluzione. Noi a Bergamo abbiamo impiegato 25 anni per completare la nostra piccola tangenziale a due corsie, e forse una decina per l'ospedale nuovo. In Turchia in 25 anni sono riusciti a costruire / ricostruire un'intera nazione, partendo da quasi zero. E stanno ancora macinando evoluzione, a ritmi per noi impensabili.
Infrastrutture, strade, autostrade, tunnel, palazzi, interi quartieri e addirittura intere città, sfruttamento del turismo, sfruttamento dei siti di interesse storico, sfruttamento intensivo agricolo...
Il governo è intervenuto di forza su tutte le piccole vecchie e pericolanti periferie delle città espropriando il terreno in cambio di un appartamento del nuovo mega palazzo che poi avrebbe costruito. In questo modo ha dato uno slancio enorme al volando dell'edilizia / economia del paese.
Viaggiare in auto in Turchia è un sogno, che noi forse riusciamo a vedere solo in A4 a Ferragosto.
Avevamo aggiunto alla nostra assicurazione il rischio cristalli perchè avevamo letto una vecchia recensione che diceva che le strade erano spesso sterrate e il rischio sassi lanciati dai mezzi era elevato.
Che idiozia: non abbiamo mai trovato una sterrata e quasi sempre 2, 3 e anche 4 corsie sulle strade statali. Per ora hanno pochissime autostrade, ma del resto oggi non servirebbero granchè: traffico ridottissimo, corsie multiple ovunque...
I servizi di manutenzione, dalla nettezza urbana alle aiuole, dal controllo sull'edilizia a quello del traffico, sono impeccabili. Noi in Sicilia l'anno scorso ci siamo vergognati di essere così italianamente incapaci di disorganizzare i criminali per ottenere almeno un servizio "accettabile" di ritiro dell'immondizia (non parlo di differenziata, solo immondizia indifferenziata) ed evitare le umilianti etichette che gli stranieri ci regalano.
Tutti gli interventi turchi sono mastodontici, progettati con cura e con le ultime tecnologie e certamente ben supervisionati dagli enti governativi.
Sul quotidiano locale "DAILY SABAH" del 22/5/14, in lingua inglese, c'era una pagina intera con un articolo tipo "coltellata in pieno cuore", che tradotto diceva circa così: "Perchè la Turchia ha così tanto da imparare dall'Europa sulla governance scadente". Sarà anche stato un giornale di parte, ma il confronto sui fatti e sulle prospettive noi l'abbiamo toccato con mano.
La Turchia vorrebbe entrare nell'UE, ma noi speriamo che ciò non accada e che prosegua la sua strada indipendente, almeno per qualche decina d'anni ancora, così almeno potremo espatriare in una nazione realmente rivolta al cambiamento, sebbene ci siano anche qui ancora delle grosse spine. Ad esempio la libertà di pensiero e di stampa, che loro sembrano non avere, per caso noi l'abbiamo? E' vero, noi possiamo guardare tutto su youtube ed il loro governo oggi non lo permette, ma è sufficiente per dichiararci italiani liberi? Ma abbiamo analizzato bene i nostri mass media? E gli assalti ai vari G8? E gli assalti NoTAV? E le contromosse delle forze dell'ordine? Sarebbe questa la libertà che abbiamo? Liberi di fare guerre?
La democrazia non mi è mai piaciuta perché è il modo migliore per non fare nulla. Può andar bene nei periodi di pace e di prosperità, ma in guerra e nei periodi delle scelte difficili io preferirei azzardare una dittatura.
Si, lo dichiaro apertamente: rinuncerei ad una parte della mia "libertà" in cambio di maggior probabilità di successo. Del resto è da quando hanno inventato i gruppi sociali (credo tra si possa datare tra il periodo degli scimmieschi e quello degli eretti) che questa strategia funziona: l'intero gruppo delega il potere ad "1" capo, nel bene e nel male. Se il capo opera male, si sostituisce con forza, altrimenti rimane e gloria ed onori.
I greci (forse) che hanno inventato il sistema democratico probabilmente cazzeggiavano troppo o il periodo era fertile per architettare questo ottimo sistema per progredire in pace, oppure si sentivano tutti troppo intelligenti (o furbi) per rinunciare al potere e alle posizioni privilegiate. Non lo so, però il periodo e le condizioni al contorno non sono le stesse di allora e oggi mi sembra che questa democrazia abbia parecchi punti deboli, che stridono con la realtà di questo mondo globalizzato.
Non possiamo credere che funzioni un sistema democratico con mille regole per salvaguardare tutti quei bei princìpi che vorremmo mantenere, e poi dimenticarci di agire per evitare che gli stessi delegati ci derubino o, ancor peggio, non accorgerci che le mille regole che abbiamo voluto sono estremamente dannose se non vengono ratificate e rispettate da tutte le nazioni e permettiamo a quelle che non le seguono di rubarci il lavoro perchè come conseguenza loro costano meno di noi. O siamo idioti oppure abbiamo interi salami sugli occhi al posto delle solite due fette.
Nella nostra terra di Mordor sospetto che sia troppo tardi. Abbiamo iniziato molti anni or sono a svendere strategia, per pochi soldi che finivano in mano a pochi privati che non reinvestivano adeguatamente in altrettanta strategia, a quei paesi oggi "emergenti". Gli stessi che ora ci stanno sorpassando e ci compreranno a molto meno del prezzo che loro hanno pagato in passato per emergere.
Bah... mi sa che a lungo andare l'occidente tornerà al solito super-collaudato ultimo tentativo di ribilanciamento dello status: la guerra.
Buona camicia a tutti, da Kas è tutto!
Un saluto anche da Chen, il capitano quad-pede della nave che affonda, chiamato anche "piccolo Schett"
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